Rassegna Stampa

Successioni, la delega gioca la carta della semplificazione
In tema di successioni ereditarie l’articolo 10 del Ddl delega di riforma del fisco prevede l’autoliquidazione per l’imposta di successione e per l’imposta di registro ma anche la semplificazione della disciplina dell’imposta di bollo e dei tributi speciali alla luce della dematerializzazione dei documenti e degli atti. Prevista anche la possibilità di introdurre un’imposta sostitutiva dei micro-tributi relativi agli atti soggetti all’imposta sulle successioni. L’intento della delega è semplificare e razionalizzare il sistema, riducendo gli adempimenti per i contribuenti ed eliminando i micro-tributi. L’autoliquidazione non sembra, comunque, centrare l’obiettivo. L’imposta sulle successioni negli ultimi 5 anni ha registrato un aumento del 29,6% del gettito fiscale (da 805 milioni di euro nel 2018 ai 1.043 milioni del 2022). Il trend è legato agli aumenti dei decessi con la pandemia e al progressivo invecchiamento della popolazione. Sono oltre 600 mila le dichiarazioni di successione aperte online relative al 2022, dopo il picco di 637.700 del 2021.
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fonte: "Il Sole 24 Ore", di Michela Finizio e Valentina Maglione, p. 4, 27-3-2023
Sconti, a rischio 3,6 miliardi di spese con detrazione al 19%
I tagli delle imposte previsti dalla riforma fiscale saranno finanziati dal riordino delle agevolazioni fiscali che in totale sono 626. Al Mef si ipotizza un intervento sugli oneri detraibili al 19%. Il taglio dovrebbe essere modulato in base al reddito del beneficiario ma non dovrebbe colpire le detrazioni per le spese sanitarie, gli interessi sui mutui prima casa e le spese di istruzione. Come ha dichiarato il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, vanno però salvaguardate le fasce più deboli. Non sarà facile procedere a tagli anche perché molte agevolazioni premiano spese che lo Stato intende tutelare e perché gran parte delle persone fisiche dichiara redditi molto bassi. L’Esecutivo sarebbe orientato verso una doppia linea d’azione: da un lato, cancellare le agevolazioni ormai inutili o di nicchia; dall’altro lato, limitare l’utilizzo delle agevolazioni da parte dei contribuenti con un reddito più alto. La seconda garantirebbe maggiori risparmi per finanziare la riforma.
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fonte: "Il Sole 24 Ore", di Dario Aquaro e Cristiano Dell’Oste, p. 5, 27-3-2023
Bonus casa e cessioni bloccate, si ricomincia da otto punti fermi
Prendono forma i correttivi al decreto legge n. 11/2023 ma restano ancora diversi problemi da risolvere. Otto i punti fermi già votati. Le modifiche interessano i contribuenti rimasti spiazzati. Chi ha deciso di effettuare piccoli interventi (come la sostituzione degli infissi) ma non aveva ancora avviati i lavori potrà salvare lo sconto in fattura o la cessione del credito se entro il 16 febbraio ha eseguito almeno un pagamento o se autocertifica insieme all’impresa di aver già stipulato il contratto di fornitura. Mantiene la cessione o lo sconto anche chi – entro il 16 febbraio scorso – non aveva registrato il preliminare di acquisto di una casa ristrutturata o ricostruita con il sismabonus acquisti. A quella data conterà la presentazione della pratica edilizia da parte dell’impresa. Anche l’abbattimento delle barriere architettoniche viene esclusa dal blocco. Per i crediti incagliati il Governo e il Parlamento lavorano su soluzioni innovative.
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fonte: "Il Sole 24 Ore", di Dario Aquaro e Cristiano Dell’Oste, p. 6, 27-3-2023
Tregua fiscale, studi in attesa del nuovo calendario ufficiale
Attende l’ufficializzazione del Consiglio dei ministri, previsto per domani, la proroga per le sanatorie in scadenza a fine mese. Possibile anche l’allungamento del termine riferito agli atti che possono fruire dell’adesione e della definizione agevolata di cui alla manovra 2023. Per molti la sanatoria delle irregolarità formali costituisce una sorta di ‘premio assicurativo’. Per il suo perfezionamento serve il pagamento di 200 euro per ciascun anno d’imposta e la rimozione delle irregolarità, entro il 31 marzo 2024. Non occorre la regolarizzazione se ciò ‘non sia possibile o necessario avuto riguardo ai profili della violazione formale’. Sarà sufficiente pagare i 200 euro per periodo d’imposta per ritenere di aver sanato tutte le infrazioni formali, perlomeno quelle riconosciute come tali dall’Agenzia delle Entrate. La possibile proroga interesserà anche il ravvedimento speciale. In presenza di un Pvc consegnato entro fine mese, il ravvedimento è possibile ma non conviene se ci sono violazioni plurime.
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fonte: "Il Sole 24 Ore – Norme e Tributi", di Dario Deotto e Luigi Lovecchio, p. 16, 27-3-2023
Assegnazione dei beni ai soci: sulle riserve i nodi contabili
Come previsto dalla manovra 2023, entro fine settembre le società hanno la possibilità di assegnare ai soci beni immobili diversi da quelli strumentali per destinazione e beni mobili iscritti in pubblici registri. L’opzione interessa perché il carico fiscale è molto più leggero ma ci sono perplessità di natura contabile perché nei principi contabili nazionali non ci sono indicazioni in merito ed è complesso procedere in via analogica, tenendo conto delle previsioni dettate per ‘casi simili’ o ricorrendo alle finalità e ai postulati di bilancio. Il tema è maggiormente sentito presso le società in contabilità ordinaria, in quanto chi adotta la contabilità semplificata può limitare la propria attenzione agli aspetti puramente fiscali. L’Agenzia ha sostenuto che è possibile fruire della disciplina agevolativa in esame se vi siano riserve disponibili di utili e/o di capitale almeno pari al valore contabile attribuito al bene in sede di assegnazione.
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fonte: "Il Sole 24 Ore – Norme e Tributi", di Andrea Cioccarelli e Giorgio Gavelli, p. 17, 27-3-2023
Ritenute, doppia verifica verso i non residenti
Certificazioni uniche. Dopo la scadenza del 16 marzo, si guarda al 31 ottobre prossimo con gli adempimento relativi alla certificazione dei redditi esenti o non dichiarabili con il mod. 730. Ma se l’adempimento certificativo ha scadenze precise, la verifica delle ritenute da operare è un adempimento continuativo che richiede versamenti mensili anche per i contribuenti con liquidazioni trimestrali. Tra i compensi soggetti a ritenuta vi sono quelli corrisposti a soggetti non residenti per prestazioni di lavoro autonomo, ancorché non esercitate abitualmente. La ritenuta del 30% non opera quando le prestazioni sono effettuate all’estero e quando i compensi sono corrisposti a stabili organizzazioni. Al contrario di quanto avviene per i prestatori residenti, l’art. 25 prevede l’obbligo di effettuare la ritenuta per prestazioni rese da soggetti esteri, a prescindere dal requisito soggettivo e, pertanto, anche quando la prestazione è resa da imprese individuali, società o enti. Per l’applicabilità della ritenuta occorre verificare se la prestazione è svolta in Italia e concretamente il luogo in cui il professionista opera.
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fonte: "Il Sole 24 Ore – Norme e Tributi", di Stefano Vignoli, p. 18, 27-3-2023
Nuovo onere della prova esteso ai processi in corso
La norma introdotta con la legge n. 130/2022 ha natura procedimentale e si applica a tutti i procedimenti in corso anche iniziati prima del 16 settembre 2022. A stabilirlo è la Cgt di primo grado di Reggio Emilia, con la sentenza n. 33/12/2023. Tutto ha inizio da una contestazione di acquisti ritenuti soggettivamente inesistenti. Per l’Ufficio l’acquirente, se avesse applicato l’ordinaria diligenza, si sarebbe dovuto accorgere di intrattenere rapporti con un fornitore responsabile di illeciti fiscali. Quest’ultimo non aveva presentato dichiarazioni fiscali, utilizzava un istituto avente sede all’estero e non aveva sede presso l’indirizzo risultante dal registro delle imprese. Il contribuente ribatteva su tutte le contestazioni mosse. La Cgt sostiene che la norma introdotta con la riforma della giustizia tributaria ha natura processuale e quindi è applicabile a tutti i processi pendenti al 16 settembre 2022.
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fonte: "Il Sole 24 Ore – Norme e Tributi", di Giulia Pulerà e Stefano Sereni, p. 19, 27-3-2023
Addizionale all’accisa, ok al rimborso dal Fisco se il fornitore è in crisi
Addizionale provinciale all’accisa: il consumatore finale ha diritto al rimborso dal Fisco se viene dimostrata l’eccessiva gravosità nei confronti del fornitore. Ciò si verifica in caso di assoggettamento di quest’ultimo ad una procedura di concordato preventivo. Ad enunciare questo principio è stata la Cgt di Macerata nella sentenza n. 89/2/2023. Nel caso esaminato una società, in veste di consumatore finale, pagava al proprio fornitore il servizio di fornitura di energia elettrica per il servizio reso negli anni 2010 e 2011. La società chiedeva il rimborso dell’addizionale provinciale alle accise pagata al fornitore, stante l’incompatibilità dell’imposta con la normativa comunitaria. Il fornitore, però, era impossibilitato a procedere alla restituzione delle imposte addebitate in via di rivalsa, stante l’assoggettamento al concordato preventivo.
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fonte: "Il Sole 24 Ore – Norme e Tributi", di Marco Nessi e Roberto Torelli, p. 19, 27-3-2023
Per le imprese miste il prorata diventa un criterio à la carte
Il disegno di legge delega approvato dal Governo interviene anche in tema di detrazione Iva, in aderenza alla disciplina unionale dell’imposta. Le c.d. imprese ‘miste’ avranno la possibilità di limitare il meccanismo forfettario del prorata alle sole imprese promiscue, determinando per il resto l’imposta detraibile secondo il criterio di destinazione dei beni e dei servizi acquistati, nel pieno rispetto dei principi e delle regole fissati dalla normativa e dalla giurisprudenza unionali. Possibilità che attualmente è realizzabile, in una certa misura, soltanto alle condizioni previste per l’applicazione separata dell’imposta nel caso di esercizio di più attività, mentre in via di principio non è contemplata; quasi che evitare il prorata fosse un espediente da tenere sotto stretto controllo e ammettere con cautela, e non la rinuncia a un meccanismo che risponde a esigenze di semplificazione, a vantaggio di una determinazione precisa dell’imposta detraibile.
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fonte: "Italia Oggi", di Franco Ricca, p. 8, 27-3-2023
Il titolare effettivo debutta nei modelli dichiarativi 2023
Nei modelli dichiarativi 2023 debutta il titolare effettivo. Dovranno, infatti, espressamente dichiararlo tutte le società che, nel corso del triennio 2020-2022, hanno ricevuto dei crediti d’imposta per ricerca, sviluppo, innovazione, formazione e beni strumentali. Per i beneficiari di crediti d’imposta per attività di ricerca, sviluppo e innovazione, investimenti in beni strumentali nel territorio dello Stato, il modello si arricchisce del rigo RU150. Che è collocato nella sezione IV del quadro RU ‘crediti d’imposta’, dei modelli dichiarativi 2023 (modello redditi SC, SP e PF), rubricata ‘Dati relativi ai crediti d’imposta per attività di ricerca, sviluppo e innovazione, formazione, investimenti in beni strumentali nel territorio dello Stato’. Nei righi RU150 e RU151 sono richieste informazioni volte ad accertare la titolarità effettiva dei destinatari dei fondi e il rispetto del principio di divieto di doppio finanziamento.
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fonte: "Italia Oggi", di Luciano De Angelis, p. 10, 27-3-2023
Locazioni, l’Imu ha norme a sé
Con l’ordinanza n. 6884 dello scorso 8 marzo la Corte di cassazione ha chiarito che in caso di locazione finanziaria non è possibile invocare la normativa Tasi per individuare il soggetto tenuto al pagamento dell’Imu. L’imposta municipale è sempre dovuta dal proprietario dell’immobile, anche in caso di mancata riconsegna del bene da parte del locatario. I due tributi hanno la stessa base imponibile, ma i presupposti applicativi sono diversi. La Tasi è dovuta sia dal proprietario che dall’affittuario ed è destinata al finanziamento dei servizi pubblici rivolti alla collettività. Infatti, proprio la fruizione del servizio pubblico indivisibile giustifica il pagamento dell’imposta da parte del locatario finanziario dalla data di stipulazione del contratto di leasing fino alla data di riconsegna del bene al locatore, che deve essere comprovata dal verbale di riconsegna.
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fonte: "Italia Oggi", di Sergio Trovato, p. 12, 27-3-2023
Tappe serrate per l’ok ai bilanci
Rispetto ai rendiconti 2022 ci sono nuove scadenze ‘concatenate e mobili’ per l’approvazione del bilancio d’esercizio e per gli adempimenti ad esso correlati. Da una parte, l’impossibilità di approvare i rendiconti con il termine lungo di 180 giorni invocando una delle cause cui ci eravamo abituati negli ultimi anni e, dall’altra, il differimento per i giorni festivi, creano una serie di scadenze diverse da quelle degli ultimi anni, sia per la formazione e il deposito del progetto di bilancio presso la sede sociale sia per la sua finale approvazione. Sarà opportuno, dunque, calendario alla mano, avere bene in mente i suddetti termini in considerazione di una serie di possibili variabili: approvazione del bilancio entro il termine ordinario piuttosto che entro quello lungo e slittamento dell’approvazione del progetto di bilancio dalla prima alla seconda convocazione. Slitta al 2 maggio la dead line per l’approvazione del bilancio entro 120 giorni dal termine dell’esercizio.
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fonte: "Italia Oggi", di Francesco Campanari, p. 13, 27-3-2023
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